Settimana 1: Adrian Zbären & family
Come preannunciato tempo fa il 21 di maggio sono stato catapultato nell'assurdo mondo in grigio-verde. Faccio molta fatica ad abituarmi a questo stile di vita così lontano dalla vita quotidiana. Non voglio star qui però a trovare da dire sul servizio militare perché sarebbe un po' come sparare sulla croce rossa, ma cercherò ogni settimana di trovare degli spunti positivi o delle riflessioni che queste settimane mi porteranno a fare, sperando sempre di trovare spunti positivi.
Venerdi 25 maggio: in programma l'esercizio Simmental, una simulazione di guerra, un battaglione nemico avanza su per la valle, ci vogliono fare a fettine, occorre reagire (?!?!?!?!?). Parto con tre compagni di sventura alla ricerca di un luogo sicuro in cui nasconderci ed installare la nostra apparecchiatura. Il caso/destino mi porta a scegliere una delle tantissime stalle sparse per tutta la valle: la stalla degli Zbären.
Prima di posteggiare il mezzo al coperto cerco qualcuno della stalla per chiedere il permesso (si perché i militari sono educati). Si fa avanti un vecchio cane, un pastore bernese, cammina incerto su tre zampe e abbaia con poca convinzione. Richiamato dall'abbaiare del vecchio Zwilly compare un uomo alla porta: é un uomo basso e tarchiato, ha la barba rossa incolta e come il suo cane sembra alquanto incerto sulle sue gambe. Adrian Zbären ha una voce sicura e profonda ma si esmprime solo in schwytzerdütsch dell'oberland bernese, gli dico di parlare hochdeutsch ma l'uomo sembra ignorare l'esistenza di questa lingua. Risulta difficilissimo comprendersi, capisco però che dobbiamo spostare di un "spitzali" il nostro Puch (jeep militare dalle scarse capacità fuoristrada, fareste prima a attraversare le paludi della Lousiana con le infradito). È un rude Adrian Zbären, un vero contadino dell'oberland, sembra però che la nostra presenza non lo infastidisca, anzi..
La mia impressione difatti viene confermata di li a poco, il buon Adrian ci ha preparato uno spuntino: pane, formaggio, salame e bevande. Il gesto é un vero toccasana, il suo buon cuore é un raggio di luce nelle tenebre militari, la sua gentilezza mi commuove quasi. Il buon Adrian invece é gasato dalla nostra presenza, va addirittura a chiamare la figlia per presentarcela, sembra quasi che voglia cogliere l'occasione della presenza di noi baldi militari per trovare un uomo degno per il sangue del suo sangue. La ragazza sorride visibilmente intimidita, é un' adolescente dalle guancie rosse e paffutelle, é veramente dolce, mi fa tenerezza. "Nur luaga, nur luaga" dice Adrian, "si, si, può restare a guardare" rispondo. Ma di li a poco la ragazza scompare.
Adrian intanto continua col suo lavoro, fa uscire la mucche dalla stalla, le quali sembrano sorprese dalla nostra presenza (vedi foto), e ogni tanto viene a sbirciare nel nostro puch e ci chiede che stiamo facendo. Colgo l'occasione e gli chiedo informazioni sul mio villaggio d'attinenza che é in una valle poco distante (eh si, sono bernese), l'unica cosa che mi sa dire é che non ci sono bar o ristoranti.
L'esercizio termina, dobbiamo andarcene, vado però di nuovo a ringraziare Adrian per l'ospitalità. Mentre rientriamo agli accantonamenti penso alla realtà di questa gente, Adrian ha una certa età, chi farà andare avanti la sua stalla? Sua figlia troverà un baldo giovanotto disposto a questo? Oppure abbagliata dal richiamo della città lascerà la valle in ricerca di un impiego nel terziario? E i giovani di qui sono ancora disposti ad impugnare una forca anziché un mouse? Giusto la sera prima i miei camerati parlavano ininterrottamente di Byte, Megabyte e Gigabyte, di processori e sistemi operativi e il tutto a ripensarci ora mi sembra così lontano dalla realtà che abbiamo attorno. Ho un velo di tristezza e malinconia, temo che sia un mondo che muore generazione dopo generazione, un mondo che passa le sue giornate a ritmo lento come il vecchio Zwilly che ormai divorato dall'artrite non ha più la forza di aiutare Adrian nell'accudire le vacche e se ne stà accucciato sotto il tavolo in cucina aspettando il sopraggiungere della morte.
Con malinconia
Syd779
Venerdi 25 maggio: in programma l'esercizio Simmental, una simulazione di guerra, un battaglione nemico avanza su per la valle, ci vogliono fare a fettine, occorre reagire (?!?!?!?!?). Parto con tre compagni di sventura alla ricerca di un luogo sicuro in cui nasconderci ed installare la nostra apparecchiatura. Il caso/destino mi porta a scegliere una delle tantissime stalle sparse per tutta la valle: la stalla degli Zbären.
Prima di posteggiare il mezzo al coperto cerco qualcuno della stalla per chiedere il permesso (si perché i militari sono educati). Si fa avanti un vecchio cane, un pastore bernese, cammina incerto su tre zampe e abbaia con poca convinzione. Richiamato dall'abbaiare del vecchio Zwilly compare un uomo alla porta: é un uomo basso e tarchiato, ha la barba rossa incolta e come il suo cane sembra alquanto incerto sulle sue gambe. Adrian Zbären ha una voce sicura e profonda ma si esmprime solo in schwytzerdütsch dell'oberland bernese, gli dico di parlare hochdeutsch ma l'uomo sembra ignorare l'esistenza di questa lingua. Risulta difficilissimo comprendersi, capisco però che dobbiamo spostare di un "spitzali" il nostro Puch (jeep militare dalle scarse capacità fuoristrada, fareste prima a attraversare le paludi della Lousiana con le infradito). È un rude Adrian Zbären, un vero contadino dell'oberland, sembra però che la nostra presenza non lo infastidisca, anzi..
La mia impressione difatti viene confermata di li a poco, il buon Adrian ci ha preparato uno spuntino: pane, formaggio, salame e bevande. Il gesto é un vero toccasana, il suo buon cuore é un raggio di luce nelle tenebre militari, la sua gentilezza mi commuove quasi. Il buon Adrian invece é gasato dalla nostra presenza, va addirittura a chiamare la figlia per presentarcela, sembra quasi che voglia cogliere l'occasione della presenza di noi baldi militari per trovare un uomo degno per il sangue del suo sangue. La ragazza sorride visibilmente intimidita, é un' adolescente dalle guancie rosse e paffutelle, é veramente dolce, mi fa tenerezza. "Nur luaga, nur luaga" dice Adrian, "si, si, può restare a guardare" rispondo. Ma di li a poco la ragazza scompare.
Adrian intanto continua col suo lavoro, fa uscire la mucche dalla stalla, le quali sembrano sorprese dalla nostra presenza (vedi foto), e ogni tanto viene a sbirciare nel nostro puch e ci chiede che stiamo facendo. Colgo l'occasione e gli chiedo informazioni sul mio villaggio d'attinenza che é in una valle poco distante (eh si, sono bernese), l'unica cosa che mi sa dire é che non ci sono bar o ristoranti.
L'esercizio termina, dobbiamo andarcene, vado però di nuovo a ringraziare Adrian per l'ospitalità. Mentre rientriamo agli accantonamenti penso alla realtà di questa gente, Adrian ha una certa età, chi farà andare avanti la sua stalla? Sua figlia troverà un baldo giovanotto disposto a questo? Oppure abbagliata dal richiamo della città lascerà la valle in ricerca di un impiego nel terziario? E i giovani di qui sono ancora disposti ad impugnare una forca anziché un mouse? Giusto la sera prima i miei camerati parlavano ininterrottamente di Byte, Megabyte e Gigabyte, di processori e sistemi operativi e il tutto a ripensarci ora mi sembra così lontano dalla realtà che abbiamo attorno. Ho un velo di tristezza e malinconia, temo che sia un mondo che muore generazione dopo generazione, un mondo che passa le sue giornate a ritmo lento come il vecchio Zwilly che ormai divorato dall'artrite non ha più la forza di aiutare Adrian nell'accudire le vacche e se ne stà accucciato sotto il tavolo in cucina aspettando il sopraggiungere della morte.
Con malinconia
Syd779
2 commenti:
carinaaaaaaaa la mucchina curiosina!! che dolce.
Grande! sai trovare il lato poetico anche a militare, o sei un mito o sei malato...
secondo me il "nur luega, nur luega" era inteso che la figlia la potevi guardare ma non provare a sfiorarla se non volevi ritrovcarti le palle trafitte da un forcone!
Posta un commento