In questa nuova rubrica descriverò alcuni degli esseri più immondi che popolano o popolavano la terra, gente con la quale non vorremmo mai avere nulla a che fare e invece vivono tra noi.
Tesoro chi viene a cena stasera?
Stasera viene Albert Fish (1870-1936)
Fra tutti gli assassini seriali conosciuti fino a oggi Albert Fish rimane il più perverso. È molto difficile che un serial killer abbia una sola perversione nella sua personalità, ma é altrettanto difficile che un unico assassino le manifesti praticamente tutte.
Albert Hamilton Fish nasce il 19 maggio 1870 a Washington D.C. La sua è una famiglia disagiata, si salva solamente il padre, Randall Fish, un Capitano dell’esercito. Purtroppo il 15 ottobre 1875 Randall Fish muore e il piccolo Albert viene sistemato in un orfanotrofio.
Non è per niente bella la vita nell'orfanotrofio di St. John. È questo un centro religioso, dove i bambini vengono puniti con frustate e varie punizioni corporali. Albert Fish vi rimane per ben nove anni e, quando ne esce, è un individuo fortemente provato, che comincia ad essere ossessionato dal peccato e dall'espiazione tramite il dolore.
Uscito dall'orfanotrofio l'uomo si mantiene con piccoli lavoretti, fino a quando scopre di essere un bravo decoratore di interni. In questo periodo, appena 26enne, conosce una ragazza di 19 anni e la sposa. Avranno ben sei figli, verso i quali Albert sarà sempre amorevole e protettivo come tutti i genitori normali.
Qualcosa però non va come dovrebbe andare. La moglie di Fish lo abbandona: ha conosciuto un giovane studente universitario e ha deciso di scappare con lui. Si porta via anche i mobili, lasciando al marito solamente un materasso per dormire.
Abbandonato a se stesso, Fish comincia a compiere piccoli crimini come il compilare e spedire delle lettere oscene. Viene arrestato più volte. Finisce in manicomio. Secondo alcuni avrebbe cominciato a uccidere proprio in questo periodo, nel 1910. Vittima un uomo adulto.
Nel 1925, raggiunti i 55 anni, Fish comincia il suo cammino verso la follia più pura.
Le perversioni sessuali di Fish
Gli psichiatri che hanno esaminato il suo caso lo hanno descritto come "un uomo caraterizzato da una serie di perversione senza precedenti" e, in prigione, é stata compilata una lista di 18 parafilie praticate da Fish, tra le quali coprofagia (l'indigestione di escrementi umani), sadismo, masochismo, flagellazione attiva e passiva (in casa sua la polizia trovò una frusta con la quale Fish si autoflagellava a sangue la schiena), castrazione delle vittime e autocastrazione, esibizionismo, inserzione di oggetti appuntiti dentro il proprio ano e in quello delle vittime per ricavare piacere sessuale, pedofilia, omosessualità, fellatio, cunnilingus, anilingus (stimolazione orale dell'ano), assunzione orale di urina, feticismo, cannibalismo, ipererotismo (intensificazione anormale degli istinti sessuali).
Il sadomasochismo di Fish inizia a fare la sua comparsa già a 5 o 6 anni, quando viene picchiato sui glutei nell'orfanatrofio e scopre che il dolore gli piace e lo fa eccitare. La sua ossessione per il dolore era ossessivamente indirizzata sui bambini ai quali mutilava i genitali "per obbedire a un ordine di Dio". Soffriva di allucinazioni e, quando meno se lo aspettava, all'improvviso alzava i pugni al cielo e urlava ripetutamente: "Io sono Cristo!"
Ossessionato dai concetti di peccato, sacrificio e di espiazioni attraverso il dolore, Fish incoraggiava i suoi figli e amichetti a picchiarlo con violenza sui glutei fino a farli sanguinare. Da solo aveva l'abitudine di infilarsi dentro lo scroto degli aghi, dimenticandosi di averli una volta che sparivano dalla sua vista: una radiografia pelvica, eseguita in carcere, rivelò la presenza di almeno 29 aghi infilati nell'inguine e nei testicoli (vedi immagine). Inseriva gli aghi anche sotto le unghie delle mani.
Un altro dei suoi "passatempi" preferiti di Fish era quello di di immergere nell'alcool dei bastoncini di cotone, infilarseli nell'ano e dare fuoco. Dopo aver ucciso i bambini, Albert Fish li smembrava e conservava le parti più tenere per cucinare quelli che lui chiamava "i suoi gustosi manicaretti" e il contorno preferito erano patate e carote, per "insaporire la carne"
Il 16 gennaio 1936 Albert Fish è stato giustiziato sulla sedia elettrica. Ha aiutato gli inservienti a legargli le fibbie intorno alle braccia e ha ammesso commosso che la scossa elettrica era l'unico piacere sado-maso che mancasse al suo “repertorio”. Ci sono volute due scosse per ucciderlo: al primo tentativo, l'intero impianto è stato mandato in corto circuito dai 29 aghi metallici piantati nel pube dell’uomo.
“Ciò che io faccio è giusto, altrimenti Dio avrebbe mandato un angelo a fermare la mia mano, come fece a suo tempo con il profeta Abramo.” (Albert Hamilton Fish)
Riferimenti bibliografici e non
M.Mastronardi- R. De Luca, I serial killer, NEWTON COMPTON EDITORI, e
www.occhirossi.it
1 commento:
A volte le persone che sembrano più strane... Risultano essere le migliori...
Un bacio sotto la maschera
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